La storia
Scopri il cane di Terranova
Il Cane di Terranova è una razza antica selezionata dalla natura in base alle condizioni di vita nell’isola da cui prende il nome.
Le sue caratteristiche sono strettamente legate ad un concetto di morfologia funzionale.
Originato dal Grande Cane Indiano degli Algonchini e dei Sioux, derivato dal Mastino del Tibet e probabilmente da incroci con il cane da orso vichingo, il ceppo iniziale subì l’ibridismo con i cani che i naviganti europei portavano sulle loro navi (molossi e cani da caccia). Sicuramente avrà avuto una storia in comune con i Retrievers delle coste nord americane di cui condivide la passione per l’acqua ed il riporto nonché la dolcezza di carattere. Da questo crogiuolo, in base alle caratteristiche funzionali morfologiche e di temperamento, andò a fissarsi una razza ben definita.
L’isola di Terranova scoperta da Caboto nel 1497 fu nei secoli successivi colonizzata, con alterne vicende, da inglesi e francesi richiamati dalla ricchezza dei banchi di pesca e dallo sfruttamento del legname. Questi cani forti e robusti, dotati di uno spiccato istinto per il nuoto ed il riporto, dal mantello resistente alle intemperie ma soprattutto docili e perspicaci, dovevano rappresentare un grande aiuto per gli isolani che li utilizzavano nelle attività legate alla pesca, alla caccia, al traino di carretti e slitte con tronchi d’albero e non poche volte ne ricevevano anche soccorso. Ben presto la loro fama incominciò a viaggiare con i bastimenti che solcavano l’Atlantico e portavano con sé questi cani.
La razza si diffuse così in Europa anche se all’inizio la ricerca di soggetti più appariscenti, con grandi taglie e ossature sempre più pesanti portò ancora una volta ad introdurre altri molossoidi nel ceppo originario. Al colore nero si aggiungevano colori di tutti i tipi: marrone, bianco e nero, bianco e marrone, nero focato, grigio e spesso code ricurve sul dorso, ma i caratteri della razza ormai fissati poterono preservarsi. Nel settecento il Cane di Terranova era noto ed apprezzato per la bellezza ed il carattere e fu scelto come compagno da personaggi illustri: Napoleone, Cook, Scott, Byron, Wagner, Landseer…
Nell’800, mentre la razza si andava rarefacendo sull’isola a causa delle leggi e dell’esportazione, in Europa cominciò ad essere allevata e selezionata da un buon numero di amatori. Iniziarono le registrazioni ai Libri Origine.
Nel 1886 nasceva il Newfoundland Club Inglese che stilava il primo Standard. Pur nella sua sinteticità esso ci dà una descrizione precisa della razza che non si discosta dagli attuali Standards FCI, americano e canadese. Un’immagine del 1878 ci mostra il Ch. Black Prince, un soggetto già attuale nel Tipo. In esso ritroviamo i caratteri fondamentali descritti negli Standards: cranio tondeggiante, fronte larga, occhi piccoli, profondi, distanti fra loro, muso squadrato tagliato netto, tartufo ampio, labbro morbido ma non cadente, orecchi di buona forma, ben inseriti, collo forte, torace profondo e cerchiato, ossatura possente, piede di gatto, coda di giusta lunghezza e portamento. E’ chiaro che si possono notare dei difetti di costruzione dovuti forse all’interpretazione artistica: groppa alta, posteriore poco angolato, linea dorsale non propriamente tesa. Ma le caratteristiche di tipo sono tutte presenti.
Nella seconda metà dell’800 andava prendendo forma per tutte le razze una cinofilia più matura con Kennel Club nazionali e Club di razza. Lo Standard pubblicato dall’Inghilterra fu di guida anche agli allevatori del continente e la selezione mirò sempre più ad ottenere linee pure e conformi.
Nel 1901 l’On. Harold Mac Pherson rendendosi conto che la razza si stava estinguendo proprio nella sua terra di origine, da alcuni rari soggetti locali e importando molti buoni cani dall’Europa, dette vita in St. John all’allevamento Westerland che produsse grandi campioni della portata di Sieger immortalato in un francobollo dell’isola.
La prima guerra mondiale sferrò un duro colpo alla razza che si riprese solo grazie a quegli amatori dei vari paesi che riuscirono a farla ripartire con scambi e qualche difficile importazione dall’isola di Terranova. Negli anni ‘20 e ‘30 il Cane di Terranova era ben conosciuto e presente in diverse famiglie. Eduino Colnaghi fondava in Italia la Società Italiana Terranova. Ma ancora una volta la 2° guerra mondiale distrusse tanto lavoro ed alla fine del conflitto era diventato difficile riuscire a trovare uno di questi cani.
Piano piano, attraverso gli scambi, i pochi soggetti rimasti poterono ricreare nuove linee. Le correnti di sangue esportate dall’Inghilterra in America ritornarono in Europa aiutando la ripresa. E qui, posso dire, siamo finalmente ai giorni nostri. Negli anni 60′ nascevano complessivamente in Italia 85 cuccioli con 12 importazioni, negli anni 70′ erano arrivati a 370 con 63 importazioni. In un momento come questo non poteva non nascere un Club. Il 2 ottobre 1976 42 soci fondatori si riunivano a Genova-Nervi per dare vita al Club Italiano del Terranova riconosciuto dall’ENCI nel 1979 come Società Specializzata.